Il regista delle percezioni di dolore che le persone avvertono è il cervello e più precisamente una sua parte, chiamata talamo, che controlla, correla e coordina tutti gli impulsi raccolti dalle fibre nervose che collegano i due emisferi cerebrali con il midollo spinale, situato nella colonna vertebrale.

Le sensazioni dolorose vengono dunque raccolte dal sistema nervoso periferico, cioè da microscopici sensori, chiamati nocicettori, situati negli strati più profondi della pelle e di gran parte dei tessuti del corpo, la cui duplice funzione è di focalizzare la sensazione di sofferenza e di trasmetterla velocemente al talamo.

I nocicettori, infatti, sono distribuiti in tutto il corpo: sulla pelle, lungo i vasi sanguigni, negli organi viscerali, del torace, nell’addome e nelle articolazioni e vengono attivati da stimoli di varia natura: fisica, termica oppure chimica.

Il messaggio di sofferenza viene raccolto dai nocicettori, poi viene decodificato e interpretato dal cervello il quale ne valuta l’entità e predispone, di conseguenza, la strategia di difesa per l’organismo. In presenza di forti dolori, come possono essere quelli del parto per esempio, il cervello adotta una strategia di tipo endocrino: stimola cioè il corpo a produrre endorfina, una sostanza che attenua la sensazione di dolore rendendolo più sopportabile.

Varia da persona a persona

Viene definita “soglia del dolore” il livello al di sotto del quale non viene percepita sofferenza e al di sopra del quale la sofferenza si comincia a sentire. Si tratta di un livello squisitamente soggettivo, influenzato da una serie di variabili, tra cui il carattere, l’emotività, l’equilibrio mentale, nonché il tipo di situazione che si sta vivendo durante l’attacco di dolore e perfino la temperatura esterna.

Insomma, la percezione del dolore varia non soltanto da persona a persona ma anche, nella stessa persona, a seconda della situazione e delle circostanze che questa sta vivendo.

Per esempio, gli atleti che riportano una frattura durante una competizione avvertono un dolore più lieve rispetto a quello che normalmente si prova subendo un simile incidente. Al contrario, ci sono persone che trovano insopportabilmente dolorosi anche i piccoli traumi (per esempio, l’ago della siringa che entra nella pelle) che oggettivamente non lo sono.

Che cosa lo può influenzare

E’ stato comunque provato che alcune condizioni oggettive possono accentuare la percezione del dolore. Questi fattori sono: la mancanza di sonno, il freddo e il caldo afoso, l’eccessivo affaticamento fisico, la paura, la rabbia, la tristezza, la depressione, le sensazioni di isolamento e di abbandono.

Parallelamente, esistono alcune condizioni favorevoli in grado di aumentare la soglia del dolore, che consentono di sopportare meglio le sensazioni dolorose. Si tratta del sufficiente riposo notturno, del temperamento allegro ed estroverso, dei buoni rapporti sociali, dell’affetto e della temperatura mite.